Le applicazioni che utilizziamo quotidianamente sono il risultato di codici che operano in sincronia consentendoci di eseguire dei determinati task. Tuttavia gli utenti si interfacciano con una singola parte del software, il front end, e molto spesso ignorano completamente l’esistenza del lato backend, cioè tutto quel codice che anima il programma o il servizio utilizzato. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio proprio il back end delle applicazioni.
Il back-end si può paragonare alle fondamenta di una casa, si tratta infatti dell’infrastruttura base del software. Questa parte dei programmi è quella che materialmente riceve gli input di dati, li archivia eventualmente in un database, protegge la navigazione tramite i protocolli di crittografia (quando previsto) e, in generale, elabora le richieste dell’utente per poi comunicare un qualche tipo output al front end.
Il lato backend di un’applicazione è probabilmente il più importante perché, come probabilmente si sarà intuito, senza di esso non sarebbe possibile utilizzare tutte le funzionalità presenti sulle GUI (Graphical User Interface). Oltretutto l’insieme di direttive che regolano l’interazione dell’applicativo con il sistema operativo, o con la piattaforma software di riferimento, è contenuto proprio in questa parte del codice sorgente.
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Lo sviluppatore back end ha il compito di realizzare software o siti Web robusti, veloci, sicuri ed affidabili. Tale figura professionale si assicura che le performance del software siano ai livelli richiesti dal cliente e che vengano implementati tutti i protocolli di sicurezza necessari per tutelare i dati dell’utente e l’integrità dell’applicativo.
Questo coder implementa in prima persona le funzionalità “core” del software, come ad esempio le API (Application Programming Interface), che gestiscono l’integrazione con vari servizi, o i plugin che si interfacciano con il database di un sito Web.
In buona sostanza tale professionista ha il compito di scrivere, usando dei linguaggi appositi, la parte più rilevante di un progetto software ed è grazie a quest’ultima che la componente front-end di un sito Web, o di un applicativo, è in grado operare correttamente e di soddisfare le richieste dell’utente.
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Il ventaglio di competenze che deve possedere un programmatore backend è particolarmente vasto, analizziamo in breve quelle più importanti:
Per lavorare in ambito backend è necessario un vasto bagaglio di conoscenze e skill. Tuttavia non è obbligatorio seguire un percorso di studi universitario o ottenere degli attestati particolari per lavorare in questo settore dello sviluppo software.
Moltissimi programmatori si approcciano a quest’area del software development dopo diversi anni di esperienza nel settore front end oppure dopo aver collaborato con vari progetti open source. La community che ruota intorno al software libero può essere infatti utilizzata come una sorta di “palestra virtuale” attraverso cui coltivare le proprie abilità, competenze e conoscenze nella programmazione.
Quindi diventare back-end developer da autodidatta è sì possibile, ma richiede molto impegno e dedizione senza poter contare su una guida che sia in grado di indicare il percorso ideale per una formazione adeguata. Al contrario la via più semplice per intraprendere questa professione è quella di iscriversi ad un corso online pensato per fornire agli studenti le migliori metodologie per l’apprendimento, anche tenendo conto della domanda di professionisti del codice da parte delle aziende.
EPICODE School è per esempio una scuola online che ha l’obiettivo di formare nuovi coder e di metterli in contatto con le imprese in modo da garantire uno sbocco occupazionale al termine del corso sostenuto. Quest’ultimo è focalizzato sui Web Developer, offre approfondimenti a tutto tondo sullo sviluppo per Internet e sulle metodologie più efficaci per la scrittura del codice.
Ad oggi la richiesta di programmatori back end è in forte crescita, le prospettive di trovare rapidamente un impiego sono quindi elevate. La retribuzione media di questo professionista dipende dal tipo di contratto lavorativo e dagli anni di esperienza pregressi, variando dai 25 mila agli oltre 50 mila euro l’anno.
Si tratta inoltre di un lavoro che può essere svolto senza particolari problemi da remoto, dunque un developer che aspirasse a ricevere retribuzioni elevate avrebbe la possibilità di rispondere agli annunci di lavoro che includono posizioni in remote working, percependo così stipendi più sostanziosi rispetto ai colleghi che lavorano esclusivamente in sede per aziende locali.
In conclusione
La professione del backend developer è una delle più interessanti dell’intera area IT. Questi coder realizzano le funzionalità base che danno vita alle applicazioni che si usano giornalmente. È dunque normale che le possibilità di carriera per i programmatori di questo genere siano davvero numerose e negli anni non potranno che aumentare. Questo perché grazie ai processi di trasformazione digitale praticamente tutte le aziende che offrono servizi online avranno bisogno di un team di developer che curino il proprio parco applicativi.
Chiunque ambisca a diventare sviluppatore back-end dovrà concentrarsi nello studio di numerosi linguaggi, principalmente Javascript e Python, framework e tool di sviluppo. Questa professione ha inoltre come presupposto il costante aggiornamento delle proprie competenze. Ogni anno infatti vengono pubblicate nuove librerie e metodologie di sviluppo che possono anche rivoluzione il modo di scrivere codice per i programmatori backend.
Dunque se siete interessanti ad esplorare l’area dello sviluppo back end, magari per valutarne le potenzialità in termini occupazionali, le domande da porsi sono le seguenti:
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